DAL 1° LUGLIO 2018 OBBLIGO DI ISCRIZIONE AGLI ALBI PER OLTRE 200.000 PROFESSIONISTI. PRESTO UN PORTALE PER LA PRE-ISCRIZIONE
Sono 225.260 i Professionisti Sanitari che faranno parte del nuovo “maxi-Ordine” comprendente 17 Albi: dai Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico ai Fisioterapisti; dai Tecnici Ortopedici ai
Podologi; dai Logopedisti agli Educatori Professionali; dagli Igienisti Dentali ai Tecnici Audiometristi. Dal 1° luglio prossimo sarà fatto obbligo ai Professionisti di iscriversi ai rispettivi
Albi, presentato il 14 giugno a Roma il Portale dedicato in preparazione
Quella che era un tempo la Federazione Nazionale dei Collegi Professionali dei TSRM oggi, ai sensi della cosiddetta Legge Lorenzin, sostanzialmente decuplica la propria dimensione in nuovo
Ordine, quello dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM PSTRP), che comprenderà un numero elevato di
Professionisti Sanitari, appartenenti alle Professioni dell’area Tecnica, della Prevenzione e della Riabilitazione, alle quali, oltre ai TSRM, si aggiungono gli Assistenti Sanitari, provenienti
dall’ex Federazione Nazionale IPASVI (oggi FNOPI).
È naturale che un numero così elevato di Professioni Sanitarie, riunite in un solo Ordine, comporti una mole di lavoro enorme per chi è chiamato a idearlo, progettarlo e tradurlo in pratica. La
classe dirigente di questo folto numero di Professionisti dovrà trovare, nei mesi e negli anni a venire, in un percorso non facile e non sempre rettilineo, una sintesi. Questo Ordine avrà una sua
omogeneità interna e una classe dirigente organizzata, pur nella imprescindibile e doverosa distizione delle differenti specificità Professionali.
Al convegno del 14 giugno a Roma, Alessandro Beux, Presidente FFNO TSRM PSTRP e Antonio Bortone, Presidente del Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie (CONAPS) - che stanno
lavorando in sinergia alla strutturazione dell’Ordine - hanno stimato, secondo i numeri calcolati da Angelo Mastrillo, 225.260 Professionisti Sanitari chiamati a iscriversi a 17 Albi del nuovo
organismo sussidiario dello Stato, di fronte a una sala gremita di Presidenti degli Ordini e delle Associazioni Maggiormente Rappresentative (AMR) delle Professioni Sanitarie interessate.
Lo scopo del convegno era quello di presentare la procedura d’iscrizione dematerializzata attraverso cui i Professionisti Sanitari dovranno, a decorrere dal 1° luglio prossimo, procedere alle
pratiche di iscrizione ai rispettivi Albi. È stato presentato, da ingegneri informatici che hanno offerto un servizio di consulenza, un Portale dedicato e ben strutturato, che sarà online al più
presto e dal quale i Professionisti potranno procedere all’iscrizione e, allo stesso tempo, i responsabili delle Associazioni Maggiormente Rappresentative - già a rappresentanza di una quota,
talvolta fortissimamente maggioritaria, degli operatori della rispettiva Professione - potranno controllare le pratiche dei Professionisti che procederanno alle pre-iscrizioni.
Se i Professionisti non procederanno all’iscrizione al proprio Albo - a partire dal 1° luglio prossimo - non saranno per legge abilitati alla pratica della Professione e, come da specifica
indicazione Ministeriale, potranno esercitare con riserva. Sarà pertanto importante, da parte della classe dirigente di queste Professioni Sanitarie, informare nelle modalità più efficaci la
propria popolazione di Professionisti.
“Quella di oggi - ha dichiarato Beux - è un’occasione storica: mai prima di oggi i Presidenti degli Ordini e delle Associazioni maggiormente rappresentative si erano incontrati. Il Portale dal
quale sarà possibile effettuare l’iscrizione si rivolge solo alle 17 Professioni Sanitarie per le quali il Dn 13 marzo 2018 ha istituito gli Albi; per le altre due sarà possibile entrare in
questa dinamica dall’autunno del 2018, cominciando dai neolaureati”.
“Tre sono le bussole - ha spiegato Beux - che ci guidano nel mare delle incertezze che stiamo solcando: equità, solidarietà e rispetto dei vincoli normativi, compresi quelli fiscali. Una parola
chiave di quanto sta succedendo e stiamo vivendo è gradualità: non poteva esserci e non ci sarà un momento in cui le cose cambieranno in modo repentino, ma stiamo già vivendo un periodo di
transizione, lenta ma inesorabile. I Collegi sono già alle nostre spalle, ma gli Ordini che li hanno sostituiti non hanno ancora perfezionato la loro architettura; le Associazioni sono ancora
maggiormente rappresentative e solo col passare del tempo acquisiranno una funzione esclusivamente scientifica”.
Beux ha poi usato una metafora per descrivere l’attuale condizione delle Professioni Sanitaria afferenti al neocostituito Ordine: siamo a fondovalle, vediamo la vetta che dobbiamo raggiungere, ma
non conosciamo nel dettaglio il percorso che seguiremo, perché la via è nuova e il sentiero deve essere tracciato, con continui adattamenti a quel che, passo dopo passo, ci troveremo di
fronte.
“Questa giornata - ha spiegato invece Bortone - potrebbe avere un profilo squisitamente tecnico. Non può invece passare in sordina il valore politico di questo evento. Come ha detto Alessandro
Beux, siamo stati chiamati a progettare e realizzare senza la possibilità di fare alcun riferimento a esperienze precedenti. Abbiamo dovuto emanciparci dalle precedenti opinioni, convinzioni e
forse dai precedenti ideali. C’è attenzione verso di noi sia dalle Istituzioni che dai media, gli altri Ordini hanno avuto, dopo la Legge Lorenzin, un processo di trasformazione quasi automatico,
la nostra situazione è più complessa”.
“La Ministra Lorenzin - ha proseguito Bortone - ci spiegò che, per avere i primi Decreti Attuativi, non sarebbe stato come per il Dlgscps n. 233 del 1946 (che istituiva gli Ordini e i Collegi
delle Professioni Sanitarie), per il quale ci vollero 4 anni, dal 1946 al 1950. Per questa ci sarebbero voluti 4 mesi”.
La legge e la recente indicazione ministeriale prevedono che ora i Professionisti possono esercitare con riserva, in attesa di essere iscritti agli Albi. Anche per quel che concerne i concorsi
possono partecipare con riserva. In particolare, Alessandro Beux ha voluto sottolinare questo punto, che pone il Professionista in obbligo di sciogliere la riserva il prima possibile. “Il
Professionista - ha aggiunto Bortone - è chiamato a iscriversi hic et nunc, non vorrei ci fossero incomprensioni a riguardo”. Nella pratica, dal 1° luglio, una volta avvenute le prime
pre-iscrizioni, ci saranno 60 giorni per la valutazione da parte dei responsabili delle Associazioni Maggiormente Rappresentative, quindi 90 giorni per i controlli e la deliberazione
dell’iscrizione da parte dell’Ordine.
Nell’accorato dibattito che ne è seguito, gli avvocati della Federazione e del CONAPS, Carlo Piccioli e Marco Croce, hanno risposto a tutte le domande dei presenti. Il dibattito ha visto
confrontarsi la classe dirigente di questo variegato mondo composto da Professioni Sanitarie differenti; si sono affrontati temi come l’esercizio abusivo della Professione (in questi casi
l’Ordine, in quanto Organo sussidiario dello Stato, informerà le Amministrazioni), dei carichi penali pendenti, della possibilità per un Professionista di essere iscritto a più Albi (una
possibilità assolutamente contemplata).
La procedura per l’iscrizione dematerializzata sarà diffusa tra i Professionisti, ed è stata realizzata da un apposito gruppo di lavoro paritetico Tsrm-Conaps.
Il Portale è, invece, stato realizzato dal partner tecnologico della FNO TSRM PSTRP, Datakey, che l’ha presentato nel corso dell’evento. Si tratta di un Portale altamente tecnologico, con
funzioni che semplificano quanto richiesto ai Professionisti che chiedono l’iscrizione, ai responsabili delle Associazioni Maggiormente Rappresentantive e agli Ordini. ll Portale non è ancora
visibile. Per il Professionista occorrerà prima registrarsi e poi procedere alla richiesta di iscrizione, allegando i documenti richiesti; il sistema compila in automatico un documento di
autocertificazione in base ai dati inseriti dal Professionista e, infine, i responsabili delle Associazioni Maggiormente Rappresentative e i Consigli direttivi potranno, rispettivamente,
visionare ed esprimersi sulle domande di iscrizione ed effettuare le opportune verifiche attraverso il back-end del sistema.
Relativamente ai flussi economici è stata presentata l’impostazione di base, che a breve dovrà essere definita nel dettaglio, anche attraverso i necessari passaggi Istituzionali.
Al convegno è intervenuta anche Cristina Rinaldi, dirigente della DGRUPS del Ministero della Salute, che oltre a richiamare i due decreti ancora mancanti, vale a dire quelli sulla composizione
delle commissioni d’Albo e dei Consigli Direttivi, ha invitato alla massima attenzione nella valutazione dei titoli abilitanti, trovandosi in piena sintonia con quanto stanno facendo le
Professioni, anche attraverso un’idonea definizione della procedura e una strutturazione a ciò funzionale del Portale.
Fonte: Quotidiano Sanità
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=62894
PORTALE PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO:
ATTO D'INDIRIZZO DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Istituzione Area Socio-Sanitaria e riconoscimento competenze avanzate
Tra le novità del documento finalizzato alla ripresa delle trattative per il rinnovo dei contratti su cui ha dato l'OK il Comitato di Settore Regioni-Sanità si prevede anche la valorizzazione
della responsabilità Professionale e la creazione di un fondo unico. Arriva il “Professionista Specialista” e il “Professionista Esperto”.
Istituzione dell’Area socio sanitaria e via libera al riconoscimento delle competenze avanzate e specialistiche delle Professioni Sanitarie Infermieristiche – Ostetrica, Tecniche, della
Riabilitazione e della Prevenzione con l’avvento del “Professionista Specialista”
Queste due sono sostanzialmente le due novità più rilevanti introdotte dall’Atto d’indirizzo per il personale dei Livelli del Comparto Sanità su cui il Comitato di Settore Regioni-Sanità ha dato il suo assenso. Spetterà poi all’Osservatorio nazionale per le Professioni Sanitarie, ricostituito presso il Ministero dell’Università a marzo di quest’anno, prevedere i vari percorsi formativi, compreso, per la Laurea Magistrale, il nuovo indirizzo Clinico, implicito nella nuova figura di Professionista Specialista.
Come per tutti i contratti c'è sempre il nodo irrisolto delle risorse. Ma vediamo in sintesi cosa prescrive l’Atto d’indirizzo:
La struttura contrattuale
Nella logica di innovazione del processo contrattuale, l’Atto d’indirizzo prevede di “rivedere la funzione e la struttura del Contratto stesso, delineando un CCNL che includa tutele, garanzie e
minimi contrattuali omogenei per tutto il personale e, nel contempo, ampli gli spazi di autonomia procedurale, assegnando una giusta rilevanza ai contenuti della contrattazione Aziendale
(altrimenti definibile di 2° livello), all’interno di un puntuale e rinnovato quadro di regole e certezze”. Nel documento si precisa come “occorre, in particolare, rispondere positivamente ad una
delle criticità più rilevanti che si sono osservate nel vigente modello contrattuale e cioè “la certezza attuativa”, che rappresenta una esigenza oggettiva di tutte le parti
firmatarie del CCNL. Questa criticità va superata prevedendo opportune modifiche del modello contrattuale, miranti a ridurre lo spazio interpretativo del livello Aziendale alle disposizioni
riservate alla contrattazione Nazionale, rafforzando le garanzie reciproche di applicazione dei contratti individuali che devono affermarsi in una loro completa estensione sul territorio
Nazionale e devono contenere con una stringente precisione l’insieme delle regole che governano, in applicazione del CCNL, il rapporto tra singolo Professionista e datore di lavoro, al fine di
evitare i contenziosi e dare le dovute e reciproche certezze”.
Definizione delle disponibilità delle risorse
Su questo punto l’Atto d’indirizzo è un foglio sostanzialmente bianco mancando il DPCM con lo stanziamento.
Istituzione dell’area delle Professioni Socio-Sanitarie
Si prevede la creazione di una specifica area delle Professioni Socio-Sanitarie con l’obiettivo di superare la desueta articolazione del personale nei quattro ruoli (Sanitario, Professionale,
Tecnico ed Amministrativo) prevista dal lontano DPR n.761 del 1979 non più aderente all’evoluzione scientifica, tecnologica, normativa e formativa intervenuta nel trentennio successivo e
che ha prodotto l’attuale sistema nel quale prevale la Mission di Salute più che di Sanità in senso stretto.
La conclusione dell’iter di superamento della suddivisone del personale nei quattro ruoli deve prevedere un’esplicita modifica legislativa dove si colgano i reali contenuti propri di ciascun
profilo Professionale.
È evidente che l’area delle Professioni e degli Operatori Socio Sanitari è una nuova configurazione Professionale tutta da riempire di profili da ricollocare o da istituire ex novo.
Ad oggi l’unico profilo Professionale istituito con una metodologia propria di quest’area è l’Operatore Socio Sanitario. In ogni caso la bozza specifica come l’area delle Professioni e degli
operatori sociosanitari è una nuova configurazione Professionale nell’ambito della quale occorre ricollocare i profili esistenti a rilevanza Socio-Sanitaria. Ne dovranno in ogni caso
restare esclusi eventuali nuovi profili a rilevanza esclusivamente sociale.
Collocazione contrattuale delle competenze avanzate e specialistiche delle Professioni Sanitarie Infermieristiche – Ostetrica, Tecniche, della Riabilitazione e della
Prevenzione
È prevista l’istituzione della posizione di “Professionista Specialista” nonché quanto contenuto nei Decreti istitutivi dei profili Professionali ex terzo comma dell’art.6 del
D.Lgs n. 502/92 che prevedono l’istituzione di aree di formazione complementare post Diploma. Il Contratto Nazionale descriverà, pertanto, analogamente a quanto già fatto per l’insieme dei
profili, le declaratorie delle competenze proprie delle posizioni di “Professionista Specialista” e di “Professionista Esperto” delle Professioni Sanitarie Infermieristica - Ostetrica, Tecnica,
della Riabilitazione e della Prevenzione, nel rispetto di quanto previsto dal profilo Professionale, dal percorso formativo e dal Codice Deontologico, salvaguardando le specifiche
competenze Professionali degli altri Professionisti, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della Legge n. 42 del 1999.
In tale logica e per tale scopo è precisato che:
- la posizione di “Professionista Specialista” è attribuita al Professionista Laureato delle citate Professioni Sanitarie in possesso del Master di Primo Livello di cui all’art. 6
della Legge n.43/06;
- la Posizione di “Professionista Esperto” è attribuita al Professionista che ha acquisito competenze avanzate, tramite percorsi formativi complementari Regionali ed attraverso l’esercizio di
attività Professionali, anche in virtù di Protocolli concordati tra le rappresentanze delle Professioni interessate, di quelle Mediche e dell’area Sanitaria più in generale.
Al riguardo il Comitato di Settore ricorda che è compito dell’Osservatorio Nazionale per le Professioni Sanitarie, ricostituito presso il MIUR nell’ambito del quale è presente anche il Ministero
della Salute - la definizione di quali Master Specialistici possano rispondere agli effettivi bisogni del SSN. Va ribadito, infine, che in ogni caso tutte le competenze Professionali vanno
esercitate nel rispetto dei profili, delle declaratorie, dei Codici Deontologici e della formazione acquisita, fatte salve le competenze previste per gli altri Professionisti, sino ad escludere,
quelle improprie delle singole figure e profili Professionali, con particolare riferimento a quelle domestico-alberghiere ovvero quelle di pertinenza di altre Professioni e per esse previste.
L’assetto economico e normativo nel quale iscrivere il Professionista Specialista ed il Professionista Esperto andrà definito in sede di revisione dell’intera architettura delle funzioni di
Coordinamento e di Posizione Oorganizzativa, per i quali si rinvia allo specifico punto.
Personale Amministrativo e Tecnico
Si prevede l’individuazione di un nuovo assetto delle carriere del personale Amministrativo e Tecnico che è necessaria anche in conseguenza ai processi di riordino del modello organizzativo (aree
vaste e centrale unica degli acquisti) e dell’attuale mercato del lavoro che impatta in maniera rilevante sulle procedure di acquisizione del personale di questi profili, individuando il
pieno riconoscimento di nuovi profili correlati all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro nelle Aziende Sanitarie.
Va altresì posta attenzione, nella definizione dell’architettura contrattuale, della modifica introdotta dal legislatore con la Legge n. 124/2015 e successive decretazioni, con particolare
riguardo all’elemento di impatto organizzativo che produce una filiera della carriera Amministrativa, Tecnica e Professionale non più rientrante appieno nel contesto contrattuale del settore
Sanità.
Le funzioni ed incarichi di organizzazione a carattere gestionale
Va semplificata e sistematizzata la collocazione contrattuale delle “Figure” o meglio delle “Posizioni” che hanno forti contenuti gestionali oltre che Professionali.
Tale semplificazione deve necessariamente riguardare il rapporto e la collocazione dei coordinamenti e delle Posizioni Organizzative (da ipotizzare in completa disponibilità dell’Ente),
ipotizzando uno stretto collegamento tra esse e i processi organizzativi sia in termini di funzione (richiesta e svolta), sia in termini di incarico (e le sue dinamiche) e sia in termini di
rapporto tra le funzioni gestionali e quelle Professionali che continuano ad essere svolte, ipotizzando, anche, per talune Posizioni Organizzative (esempio quelle a valenza Dipartimentale)
possa trovare finanziamento al di fuori della gestione dei fondi contrattuali.
Valorizzazione della responsabilità Professionale
All’interno del quadro di insieme sopra delineato, particolare importanza va data alla revisione profonda delle tipologie e dei sistemi di graduazione degli incarichi e delle funzioni,
valorizzando l’esercizio effettivo del carattere di responsabilità, che va maggiormente posto in risalto creando un giusto ed equilibrato assetto che motivi il personale ed incentivi la crescita
umana e Professionale.
Questo tema è trasversale a tutte le figure Professionali ed è comune a tutte le aree negoziali. In particolare per esso si schematizzano i seguenti aspetti:
- istituzione di un sistema di incarichi graduato, con l’attribuzione di un conseguente trattamento economico differenziato in funzione della specifica complessità;
- questo dovrà riguardare sia le attuali posizioni di Coordinamento e sia i profili citati nei precedenti punti, in particolare quello dello “Specialista” (previsto dalla Legge n.43/2006). Per
entrambi dovranno essere previste retribuzioni di funzione in un quadro di equilibrato assetto di riconoscimento degli incarichi;
- al fine di semplificare e rendere percettibili le singole funzioni esse vanno descritte puntualmente con delle declaratorie contrattuali del tutto simili a quelle in essere per la descrizione
dei profili;
- vanno previsti, altresì, i rapporti contrattuali tra le tipologie al fine di rendere trasparenti e definite le linee di indirizzo sulle quali l’azione Aziendale può esplicare la necessaria e
propria scelta organizzativa;
- va valutata la possibilità di unificare gli incarichi di Coordinamento, Specialista e di Posizione all’interno di una specifica categoria. Per questa opzione vanno definiti i criteri della
dinamicità (acquisizione incarichi, revocabilità, flessibilità) e le procedure di valutazione.
Revisione dei passaggi intra-Categoria
Il Comitato di Settore, preso atto di quanto disposto dalla cosiddetta “Riforma Brunetta” in materia di riserva nei Concorsi Pubblici ovvero di dinamicità all’interno del settore Sanità e
delle recenti orientamenti giurisprudenziali, ritiene necessario che il nuovo CCNL ridetermini con assoluta chiarezza le disposizioni di dinamicità interne alle attuali Categorie B e D con
riferimento ai livelli economici, rispettivamente, BS e DS, ovviamente contemperandole con l’assetto generale descritto in precedenza.
Analogamente va posta attenzione al personale collocato nella Categoria A tenendo conto, anche per esso, dell’impatto relativo
alle modifiche introdotte dalla “Riforma Brunetta” richiamata sulla dinamicità di carriera.
Fondi contrattuali
Nel documento si prevede come vadano individuate opportune nuove disposizioni riguardanti in particolare:
- revisione del sistema dei fondi finalizzata alla creazione di un fondo unico, ferme restando le finalizzazioni di spesa ed in particolare quelle collegate alle condizioni di lavoro e al
disagio;
- la definizione delle procedure di “scorporo” ed individuazione delle risorse che devono accompagnare la ridefinizione delle aree dirigenziali con particolare riferimento della nuova
articolazione dell’ex area III^ (SPTA) e alla definizione del fondo nell’area oggetto di questa direttiva;
- l’armonizzazione necessaria per la corretta modalità di finanziamento degli istituti contrattuali legati alla gestione dei fondi e alla loro necessaria trasposizione nel nuovo assetto
contrattuale;
- semplificazione delle voci finanziabili con il fondo degli incarichi nel nuovo assetto retributivo (parte fissa e differenza sui minimi) in coerenza con quanto delineato relativamente alla
definizione diretta e semplice della retribuzione degli incarichi.
Compartecipazione del personale nella lotta agli sprechi nel Sistema Sanitario
- Il raggiungimento degli obiettivi di produttività ed efficienza delle Aziende Sanitarie tale da potenziare il margine della produttività medesima;
- lo sviluppo della partecipazione e la condivisione al processo di aziendalizzazione in grado di determinare nei Distretti, negli Ospedali, nei Dipartimenti Strutturali e di Prevenzione
e nelle Funzioni Direzionali, azioni volte a rendere più adeguato ed appropriato l’intervento di tutela della salute individuale e collettiva;
- l’individuazione “delle migliori pratiche” che contribuiscano al coinvolgimento ed alla responsabilizzazione delle Parti Sociali come condizione per favorire e concretizzare
istituti partecipativi e, parimenti, aumentare la produttività;
In sostanza si prevede che “Lo sviluppo della Contrattazione Integrativa di Secondo Livello dovrà apprezzare il fatto che a figure Professionali sempre più specializzate, autonome e
responsabilizzate, sia necessario corrispondere un conseguentemente adeguamento delle retribuzioni tendendo ad un sistema retributivo, che sappia individuare un giusto riconoscimento a capacità e
competenze, che sappia valorizzare il merito.
PROFESSIONI SANITARIE, IL CALO CONTINUA. TIENE SOLO LA RIABILITAZIONE
È dell’11,5% il calo delle domande presentate per i corsi di Laurea Magistrale di Medicina e di Odontoiatria per l’Anno Accademico 2013-2014. Il dato emerge dal Report annuale 2013 sulle iscrizioni ai corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e su tasso occupazionale e programmazione dei posti per il 2014-2015.
Le cose peraltro non vanno molto meglio per le altre Professioni Sanitarie, fatta eccezione per la Riabilitazione che è in sostanziale tenuta, specialmente Fisioterapia e Logopedia.
Di seguito il riassunto della situazione curato da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.
In coincidenza con la procedura avviata dal Ministero della Salute sulla definizione del fabbisogno formativo per il prossimo AA 2014-15 da parte delle Regioni e delle Categorie, all’Osservatorio Professioni Sanitarie del Ministero dell’Università è stato presentato il Report annuale 2013.
In questi giorni sono in corso le consultazioni fra Regioni e Categorie che dovranno presentare le rispettive proposte entro il 10 gennaio prossimo. I punti salienti del rapporto riguardano il trend delle domande presentate per i corsi di Laurea Magistrale di Medicina e di Odontoiatria e quelli delle Lauree Triennali delle 22 Professioni Sanitarie. Su queste ultime la disamina riguarda anche i rispettivi trend occupazionali negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011, rilevati da Alma Laurea. Dall’analisi dei vari dati emerge che è in calo dell’11.5% il numero delle domande presentate, da 119.654 dello scorso AA 2012-13 all’attuale 105.901. Restando invariato su circa 27.400 il numero dei posti a bando si riduce anche il rapporto domande su posti (D/P) da 4,4 a 3,9. Questa riduzione delle domande si allinea a quella del tasso occupazionale che negli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011 cala di 17 punti percentuali, dall’84% del 2007 al 67,8% del 2011, con la maggiore differenza proprio negli ultimi due anni, dal 75% al 69% con -6 punti percentuali. Rispetto alle quattro aree professionali mentre si rileva una sostanziale tenuta della Riabilitazione (specie Fisioterapia e Logopedia stabili quasi al 90%), per le altre tre aree si assiste invece ad un calo progressivo: Infermiere dal 94% al 74%, Ostetrica dal 60% al 41%; ma un calo maggiore tocca le professioni Tecniche e della Prevenzione, in particolare i Tecnici di Radiologia dal 93% del 2007 scendono a 48% del 2011, i Tecnici della Prevenzione dal 74% al 51% e i Tecnici di Laboratorio dal 62% al 38%.
In prospettiva della definizione del fabbisogno formativo per l’AA 2014-15 sono proprio queste le Professioni su cui le Regioni sono chiamate a fare le relative riduzioni. In particolare è la Regione Lazio che dovrà intervenire drasticamente con la revisione delle stime in eccesso fatte lo scorso anno, quando furono tutte superiori al doppio determinando l’esubero anche a livello nazionale: Tecnico di Radiologia 210 invece di 100, Tecnico di Laboratorio 220 invece di 100, Prevenzione da 188 a 90, Neurofisiopatologia 18 invece di 10 e Tecnico Ortopedico da 50 a 25. Ad oggi, però, non risulta che la Regione Lazio abbia intenzione di consultare le Categorie come invece stanno facendo o hanno concluso la maggioranza delle altre Regioni.
CONSIGLIO DI STATO. LA LAUREA IN BIOLOGIA NON È ASSORBENTE RISPETTO A QUELLA IN TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO
La questione risale al 2010 quando l'Azienda sanitaria Brotzu della Sardegna ha ritenuto l'idoneità della Laurea in Scienze Biologiche quale Titolo “assorbente o
equipollente” per partecipare al concorso pubblico per Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico. Ma per i giudici del Consiglio di Stato non è così.
La Sentenza
Con la sentenza n. 3330 del 18.6.2013 il Consiglio di Stato, Sezione Terza, a definizione del giudizio promosso dall’ANTEL n. 6948/2011, ha annullato senza rinvio la
sentenza impugnata del TAR Sardegna n. 557 del 2011 con la quale il Giudice di primo grado aveva affermato che la Laurea in Biologia costituisce un Titolo di Studio superiore nello stesso campo
in cui opera il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico e, quindi, di presunto carattere “assorbente”, nel senso che le materie dell’uno ricomprenderebbero le materie dell’altro, con un
altrettanto asserito “maggior livello di approfondimento”.
Il Consiglio di Stato, ha dichiarato “improcedibile” il ricorso di primo grado proposto dall’ANTEL, per ragioni di mera forma (connesse alla pubblicazione della
graduatoria definitiva, avverso cui non è stato presentato un nuovo ricorso al TAR), ma lo stesso Consiglio di Stato, nell’annullare la sentenza del TAR Sardegna, ha enunciato principi
fondamentali e favorevoli alla tesi sostenuta dall’ANTEL a tutela dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico.
Dunque, seppure con una cosiddetta “pronuncia in rito”, che non giunge ad annullare a ritroso tutti gli atti della procedura concorsuale contestata, la sentenza
fornisce a tutti gli attori del Sistema Salute i principi del corretto agire nella materia concorsuale che riguarda i Tecnici di Laboratorio.
Infatti, il Consiglio di Stato ha dato atto di quanto emerso nel corso dell’istruttoria del giudizio: “Il Ministero della Istruzione ha trasmesso il 30 gennaio 2013
la relazione in adempimento della ordinanza istruttoria di questa Sezione n. 05789/2012, premettendo che la richiesta è pervenuta all’ufficio solo in data 23 gennaio 2013 e precisando che la
competenza relativa alla normativa concorsuale nel comparto sanitario spetta al Ministero della Salute, che tiene conto di eventuali provvedimenti di equipollenza di competenza del Ministero
dell’istruzione di concerto con il Dipartimento della Funzione Pubblica. Al riguardo si osserva che “l’equipollenza o l’equiparazione ha sempre riguardato Titoli Universitari dello stesso
livello; si è sempre esclusa, pertanto, l’interpretazione in base alla quale un titolo di livello superiore possa essere ritenuto assorbente rispetto ad altro Titolo di livello inferiore”. Si
conclude nel senso che non può sostituirsi una Laurea in Biologia né di Primo né di Secondo livello al titolo specifico ai fini dell’esercizio della Professione di Tecnico di Laboratorio
Biomedico. Il Laureato Triennale in Scienze Biologiche può accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Biologo Junior, mentre con le Lauree Specialistiche o Magistrali così
come con il Diploma di Laurea del Vecchio Ordinamento, è consentita, previo superamento dell’esame di Stato, l’iscrizione all’Albo dei Biologi.”
Conseguentemente, al di là della controversia sulla singola procedura e sulla individuazione dei vincitori del concorso “isolano” all’origine del giudizio, è stato
acquisito davanti al Supremo Giudice Amministrativo l’indirizzo - di fonte Ministeriale appositamente interpellata dal Consiglio di Stato - sulla peculiarità della Professione del Tecnico
Sanitario di Laboratorio Biomedico e sull’inesistenza di pretese “equipollenze” o “assorbenze con altri titoli. Ciò proprio sulla scorta del parere reso dai Ministeri dell’Università e della
Salute, pubblicato nella sentenza qui in allegato.
Fonte: Quotidiano Sanità
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=15638
Scarica la Sentenza del Consiglio di Stato:
PROFESSIONI SANITARIE: UN MANIFESTO CONTRO LE "STORTURE INSOSTENIBILI"
Assenza di Albi e Ordini, disordine normativo nella formazione, provvedimenti disattesi, libera professione al palo e aumento dell’abusivismo. Sono alcune delle "storture" che preoccupano i Professionisti Sanitari e tolgono sicurezza ai pazienti. Il CONAPS presenta un Manifesto con 7 istanze per i candidati alle elezioni.
Albi professionali, chiarezza nella formazione, governo aziendale, accreditamento diretto con le Aziende Sanitarie pubbliche, libera professione intramoenia in autonomia, progetto nazionale sui percorsi di cura facilitati ed équipe multidisciplinare. Sono questi gli ambiti sui cui i Professionisti Sanitari chiedono al prossimo Governo e Parlamento interventi immediati e risolutivi. Sette punti contenuti in un Manifesto dal titolo “Prepariamo il Futuro” che sarà presentato domani alla Camera dei deputati in occasione del convegno sul tema organizzato dalla Confederazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico ANTEL-ASSIATEL-AITIC alla presenza, ad ora prevista, del Ministro della Salute, Renato Balduzzi, candidato con Monti alle prossime elezioni, e di altri rappresentanti dei partiti in corsa per le politiche di fine febbraio.
Scarica il Comunicato stampa del CONAPS pubblicato su Quotidiano sanità:
CORSO DI FORMAZIONE PER COMMISSARI DI SESSIONE DI LAUREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Plauso del Ministro della Salute Balduzzi al Corso di Formazione per Commissari di Laurea
Servono commissari “non solo competenti, ma anche motivati”, ha affermato il Ministro nel messaggio inviato al Corso di Formazione per Commissari di Sessione di
Laurea promosso dalla Confederazione dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico e ospitato nella sede del Dicastero.
Piena, a Roma, la Sala Auditorium del Ministero della Salute che lo scorso 30 novembre ha ospitato 90 Tecnici di Laboratorio Biomedico ed Igienisti Dentali per la
frequentazione del VI Corso di Formazione per Commissari di Sessione di Laurea delle Professioni Sanitarie, promosso dalla Confederazione dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico in
collaborazione con l'Unione Nazionale Igienisti Dentali.
Un evento che ha ricevuto anche il plauso del Ministro della Salute Renato Balduzzi che, oltre a sottolineare il suo apprezzamento con la decisione di ospitare il
corso nella sede del Dicastero, ha anche inviato un messaggio di saluto all’assemblea riunita per la “esemplare e apprezzabile iniziativa”.
“La peculiare natura dell’esame di Laurea che, unico caso in ambito accademico, è contemporaneamente esame abilitante alla professione per ciascuna delle 22
Professioni Sanitarie, richiede che i componenti della commissione esaminatrice siano non solo competenti, ma anche motivati a ottenere il massimo di efficacia ed efficienza, a favore sia del
neoprofessionista della salute sia del cittadino che usufruirà delle sue prestazione”, scrive Balduzzi nel messaggio.
Il corso è stato superato con esito positivo da tutti i partecipanti, giunti da tutte le regioni italiane, isole comprese.
Il corpo docente era costituito dal Maurizio Zanini (ideatore del progetto di certificazione delle competenze), da Giorgio Bettarelli, Marco Croce, Marco Nundini,
Gianluca Signoretti, Mariateresa Ruggeri, Fabio Marcuccilli, Marina Bertolini, Monica Mei e Laura Antonia Marino per gli Igienisti Dentali.
Oltre che dal Ministro della Salute, messaggi augurali e di adesione sono giunti dal Magnifico Rettore della Sapienza Luigi Frati, dal Direttore Generale
dell'Ordinamento Universitario Daniele Livon, da Vanda Lanzafame del MIUR, dal Direttore Generale del Dipartimento della Programmazione Sanitaria Francesco Bevere, dal Presidente del CUN Andrea
Lenzi, dal Presidente del CONAPS Antonio Bortone e dal Presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi Dott. Ermanno Calcatelli che è stato rappresentato ai lavori dal Vice-Presidente Antonio
Costantini che ha ricevuto una targa ricordo dal Presidente Fernando Capuano.
I lavori sono stati aperti dal Vice-Presidente Nazionale ANTEL, Maurizio Zanini, dal Direttore Scientifico di TELESA, Tiziano Zanin, dalla Presidente dell'UNID,
Laura Antonia Marino e dal Presidente della Confederazione dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico Fernando Capuano.
Tra le autorità intervenute per un indirizzo di saluto, Antonio Pavan, presidente del Corso di Laurea all'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea, il Generale del Corpo
Militare CRI, Gabriele Lupini, Santina Amicone Vicario del Direttore Generale delle Risorse Umane del SSN e delle Professioni Sanitarie, Francesco Saverio Proia dello staff del Ministro Renato
Balduzzi, che ha letto il messaggio rivolto dallo stesso ai partecipanti del corso.
Tra gli intervenuti la Presidente della ANPEC Erminia Macera Mascitelli e la Presidente dell'AITA Lorena Ferdenzi.
L'articolo originale su "Quotidiano Sanità":
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=12286
Il messaggio del Ministro della Salute al VI Corso di Formazione per Commissari di Sessione di Laurea:
DISEGNO DI LEGGE SUL RIORDINO DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Comunicato stampa uscito su “Il Sole 24 ore Sanità” del 09/11/2012 a proposito del Disegno di Legge “Fazio” riguardante il riordino degli Ordini delle Professioni Sanitarie.
ESCLUSIONE DEI LAUREATI IN BIOLOGIA DAI CONCORSI CHE RICHIEDONO LA LAUREA IN TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO
Inaccettabilità della tesi secondo cui la Laurea in Biologia assorbirebbe la Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico.
Pubblichiamo di seguito la decisione del TAR di Cagliari di rivedere il proprio orientamento relativo alla sentenza 557 del 15/06/2011 sulla questione relativa all’assorbenza o meno dei titoli professionali di Tecnico di Laboratorio Biomedico con la Laurea in Biologia.
IL 30 MAGGIO 2012 SI È SVOLTO A ROMA IL CONVEGNO: "UN NUOVO PROGETTO DI SANITÀ"
Professioni Sanitarie: “Vogliamo il pieno riconoscimento".
In un confronto politico promosso dalla Confederazione dei Tecnici di Laboratorio, i Professionisti non Medici hanno ribadito di essere "una risorsa per la
Sanità Italiana". Tra gli interlocutori Buttiglione, De Lillo, Di Virgilio, Binetti, Gustavino e Battaglia. Presente anche Saverio Proia del
Ministero della Salute.
Sono circa mezzo milione di Professionisti, di cui la quota maggiore (oltre 400mila) è rappresentata dagli Infermieri mentre gli altri si distribuiscono su quasi due
decine di profili Professionali: Ostetriche, Tecnici Radiologi, Tecnici di Laboratorio Biomedico, Fisioterapisti, Perfusionisti e via elencando. Il loro ruolo
è cambiato e cresciuto negli anni, anche se in genere non si tratta di “nuove” Professioni ma di Professioni che vengono da una lunga tradizione. Fatto sta che oggi, se si vuole disegnare la
Sanità del futuro non si può prescindere da loro, che offrono servizi indispensabili alle persone sane ma anche agli anziani e ai malati cronici e che lo
fanno con costi decisamente più sostenibili per il Sistema Sanitario, oggi alla spasmodica ricerca di risparmi.
Anche per questo Governo e Regioni hanno elaborato una proposta per la definizione delle nuove competenze delle Professioni Sanitarie, discussa in un tavolo tecnico,
coordinato da Saverio Proia, che avrebbe dovuto contare sulla presenza di tutti i Professionisti dell’area Sanitaria ma che invece ha fatto registrare alcune
importanti assenze, a cominciare dalla Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCEO) e dalla Federazione dei Collegi Infermieristici (IPASVI),molto critici verso la proposta Ministeriale e anche
verso il metodo di lavoro che li ha visti convocare solo in una seconda fase.
Resta il fatto che i Professionisti non Medici chiedono a gran voce un pieno riconoscimento Professionale che potrebbe anche non tramutarsi in Ordini in senso
tradizionale ma che dia tutela agli stessi Professionisti e ai cittadini, spesso confusi da offerte di abusivi non Professionisti.
Di tutto questo si è discusso a Roma in un Convegno organizzato dalla Confederazione ANTEL – ASSIATEL – AITIC che riunisce le rappresentanze dei Tecnici di
Laboratorio Biomedico. Tema del Convegno: “Un nuovo progetto di Sanità” ed il ruolo che dovranno avervi le Professioni Sanitarie che, in questa occasione, hanno cercato e trovato un dialogo
con il mondo politico.
Dopo i saluti di Rocco Buttiglione, del cappellano della Camera dei Deputati Monsignor Lorenzo Leuzzi, e del Rettore della Sapienza Renato Lauro, Sergio Bernardini,
docente di Biochimica e promotore dell’iniziativa, ha introdotto il tema, sottolineando il ruolo delle Professioni Sanitarie, che vogliono portare sempre
meglio il loro contributo allo sviluppo di una Sanità centrata sui bisogni del cittadino che si sviluppi sul territorio e non solo negli ospedali e che
veda sempre più una reale collaborazione tra Professionisti.
Moltissimi gli interventi dei Dirigenti delle Associazioni che rappresentano le diverse Professioni. Fernando Capuano, Presidente di ANTEL ha indicato l’importanza
delle “Reti attive” tra le Professioni Sanitarie mentre Miriam Guana della Federazione dei Collegi delle Ostetriche ha ricordato come queste Professioniste, che hanno un forte valore protettivo
contro la medicalizzazione eccessiva del percorso di nascita, siano invece spesso ignorate nelle piante organiche delle strutture sanitarie. Hanno poi preso la parola Claudio Attinà per i Collegi
dei Tecnici di Radiologia; Mauro Montesi dell’Associazione Italiana Podologi; Maria Erminia Macera Mascitelli dell’Associazione dei Perfusionisti di Cardiochirurgia; Dilva Drago, per gli
Ortottisti; Laura Antonia Marino dell’Unione Igienisti Dentali; Fabio Marcuccilli e Gianluca Signoretti per i Tecnici di Laboratorio Biomedico; Ester Gabrielli, per la Federazione
Assistenti Sanitari. Assente invece la rappresentanza dell'IPASVI.
Significativi gli interventi di Antonio Bortone Presidente del Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie che ha sottolineato come sia ineludibile il
riconoscimento Ordinistico per Professioni niente affatto nuove e sempre più importanti per il sistema e di Sergio Bovenga Presidente del COGEAPS che ha ricordato come proprio l’anagrafica
gestita dal COGEAPS sia importante per le Professioni Sanitarie a tutela dei cittadini che possono riconoscere i Professionisti e per la formazione “Long life ECM" che è la strada per
una autentica crescita qualitativa.
Molto atteso l’intervento di Francesco Saverio Proia Coordinatore del tavolo Ministero-Regioni per la definizione delle nuove competenze delle Professioni Sanitarie.
“Dobbiamo avere il coraggio di affrontare le nuove realtà – ha detto Proia – e rivedere dunque le competenze delle Professioni soprattutto dopo il loro passaggio alla formazione Universitaria”.
Proia ha respinto le critiche sul metodo di lavoro del Tavolo (“Saremmo stati comunque criticati”) ed ha invece sottolineato come molte delle proposte contenute nella bozza concordata tra Governo
e Regioni discendano da esperienze già realizzate in alcune Regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna.
Al Convegno hanno partecipato anche numerosi politici, molti dei quali seguono da tempo le vicende delle Professioni Sanitarie, come il Senatore Stefano De Lillo
(PDL) e gli Onorevoli Domenico Di Virgilio (PDL) e Paola Binetti (PD) oltre ad Aviano Rossi Vicepresidente della Provincia di Perugia.
Alla tavola rotonda finale hanno preso parte Rocco Buttiglione (UDC), Claudio Gustavino (UDC) ed Augusto Battaglia (PD).
Battaglia, che ha avuto un grande ruolo nella realizzazione delle Leggi 251/2000 e 43/2006 che hanno avviato il percorso di formazione Universitaria e di Dirigenza
nel Sistema Sanitario Nazionale per le Professioni Sanitarie, ha chiesto che si realizzi una indagine conoscitiva per conoscere lo stato di attuazione di queste Leggi, sottolineando come la
richiesta di Ordini per le Professioni Sanitarie non debba rinviare a strutture antiquate ma piuttosto essere lo strumento di tutela per Professionisti e cittadini. Ancora più netto Gustavino,
secondo il quale “Non si tratta di Ordini ma di sviluppare innovazione, competenza e meritocrazia”.
MAIL MASTRILLO N. 7 del 29 GIUGNO 2012
COMPETENZE INFERMIERI. CONCLUSI GLI INCONTRI. PROIA: "TERREMO CONTO DELLE VALUTAZIONI DI TUTTI"
Il Tavolo Tecnico Ministero-Regioni è pronto alla stesura del documento finale dopo gli incontri con gli Ordini e i sindacati. Il nuovo testo sarà quindi sottoposto
al ministro Balduzzi e agli Assessori Regionali alla Sanità, in vista di una possibile intesa Stato-Regioni. Ecco le prossime tappe
18 giugno 2012
Con gli incontri svoltisi il 15 giugno con la Federazione Nazionale IPASVI prima e successivamente con i sindacati del Comparto Sanità (CGIL, CISL, UIL, FIALS, FSI, Nursing Up) e i componenti del
Ministero della Salute e delle Regioni del “Tavolo tecnico per l’implementazioni delle competenze sanitarie e per l’introduzione delle specializzazioni delle Professioni Sanitarie” sulla bozza di
documento sull’evoluzione della Professione Infermieristica, si passa alla fase di redazione della proposta di documento finale da sottoporre e al Ministro della Salute e agli Assessori alla
Sanità delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.
La proposta di documento finale terrà conto, è stato questo lo scopo della consultazione, sia delle osservazioni delle rappresentanze Professionali e sindacali degli Infermieri che di quelle dei
Medici e delle altre Professioni Sanitarie con l’obiettivo di sottoporlo all’esame della Conferenza Stato-Regioni di fine luglio.
In parallelo il Tavolo Tecnico ha iniziato l’esame del primo gruppo di Professioni Sanitarie che si è convenuto di esaminare (Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Fisioterapisti, Ostetriche,
Tecnici di Laboratorio Biomedico, Audiometristi ed Audioprotesisti, questi ultimi due con l’obiettivo di ricomporli in un’unitaria Professione) per pervenire, nel più breve tempo possibile, a
redigere analoghe proposte con il coinvolgimento delle rappresentanze Professionali e sindacali interessate.
Allo stato attuale lo strumento giuridico che si intende utilizzare è quello dell’Intesa tra il Ministero della Salute e le Regioni, ma si stanno studiando altre possibilità, che dovrebbe
prevedere tre parti:
- la Relazione che inquadri il contesto normativo, di richiamo alla programmazione sanitaria e sociosanitaria, l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro in Sanità e
l’estensione delle buone pratiche, avviate sperimentalmente in alcune Regioni;
- l’Intesa che inquadri come realizzare l’implementazione delle competenze della Professione Infermieristica e che rinvii ad una successiva con il Ministero dell’Università per adeguare a questi nuovi obiettivi tutti i corsi di studio Universitari in Infermieristica (Laurea Abilitante, Laurea Magistrale, Master di Primo e Secondo Livello);
- l’elencazione delle nuove competenze che si propone di affidare all’Infermiere oltre ed in aggiunta a quelle già di sua competenza in base alle Leggi di riferimento (42/99,
251/00 e 43/06) e cioè i contenuti del DM del Profilo Professionale, dell’Ordinamento Didattico della Laurea e del Codice Deontologico.
Quest’ultima parte, cioè le nuove competenze, dovrà essere intesa quale linee guida di riferimento per le Regioni e le Aziende/Istituzioni Sanitarie (che saranno aggiornate periodicamente sia
sulla base della verifica che dei nuovi bisogni sociosanitari che dell’evoluzione scientifica, tecnologica e dell’organizzazione del lavoro); si tratterebbe, quindi, di “consigli per l’uso” di
Ministero e Regioni dopo di che la vera e completa attuazione di questo processo di ridistribuzione e di ricomposizione delle competenze tra Professionisti della Salute viene affidato ad un
meccanismo istituzionale di ampia partecipazione professionale attraverso prima i provvedimenti attuativi di ciascuna Regione o Provincia Autonoma, che sulla base della specificità
organizzativa e programmatoria decideranno come dar corso e poi ai concreti atti prodotti dalle Aziende e Istituzioni sanitarie, le quali, sulla base di protocolli concordati e
condivisi tra Infermieri, Medici e le altre Professioni, potranno attribuire e realizzare l’implementazione delle competenze Infermieristiche.
È evidente che così delineato questo processo non può che essere il risultato della più ampia partecipazione dei professionisti coinvolti, ad iniziare da infermieri e medici, ma non solo, in
particolare, poi, al livello regionale ma soprattutto in quello aziendale, partecipazione che sia in grado di dar corso a nuove e più avanzate relazioni funzionali interprofessionali in grado di
accettare la sfida di costruire modelli organizzativi più adeguati ai bisogni di salute dei cittadini e alla nuova realtà formativa ed ordinamentale degli operatori.
La Federazione IPASVI ha soprattutto evidenziato due questioni: la prima è quella della concretizzazione dell’articolo 6 della Legge 43/06 che prevede l’articolazione dell’Infermiere, come delle
altre 21 Professioni Sanitarie comprese in tale norma, in:
1. Professionista
2. Professionista Specialista
3. Professionista Coordinatore
4. Professionista Dirigente.
Allo stato attuale il Professionista Specialista non ha avuto realizzazione né nei contratti né nella normativa contrattuale, di converso le Università hanno attivato numerosi Master clinici ed
assistenziali slegati da una reale programmazione quanti - qualitativa.
L’istituzione di questa nuova articolazione del percorso di carriera dell’infermiere, come degli altri professionisti, non solo perché è una doverosa applicazione di una norma è condivisibile ma
soprattutto perché è funzionale alla valorizzazione dei professionisti interessati con l’obiettivo di dar piena dignità alle due diversi sviluppi sia quello gestionale, consolidato e talora
utilizzato impropriamente, che quello professionale, sinora sottostimato rispetto all’enorme potenzialità d’innovazione che contiene e che produce.
È questo l’altro obiettivo, oltre l’implementazione delle competenze, che sta alla base del mandato del Tavolo Tecnico e che per la sua complessità prevede tempi diversi ed il coinvolgimento del
titolare della formazione Universitaria cioè il MIUR.
Infatti una simile scelta, giusta e doverosa, prevederebbe che siano dal SSN individuati quali Master siano utili per il conseguimento della nuova articolazione professionale di Infermiere
Specialista, che siano concordati tra MIUR, Ministro della Salute e Regioni i relativi Ordinamenti Didattici, che dalle Regioni siano date indicazioni programmatorie della presenza quanti -
qualitativa degli Infermieri Specialisti negli organici delle Aziende sanitarie e che queste la prevedano nei propri atti nonché che siano individuate le modalità selettive per conseguire tale
nuova articolazione professionale e che possa essere prevista l’adeguata collocazione normativa ed economica da parte della contrattazione collettiva.
Questa complessità non impedisce l’attivazione di questo processo, anzi lo stesso schema di intesa Ministero della Salute e Regioni all’articolo 2 già lo annuncia prevedendo che con successivo
provvedimento, d’intesa con il MIUR, siano rivisti gli Ordinamenti Didattici di tutti i corsi di studio Universitario in Scienze Infermieristiche (Laurea Abilitante, Laurea Magistrale, Master di
Primo e Secondo Livello): è quella la sede nella quale dar corso all’attuazione di tale processo.
L’IPASVI ed anche i Sindacati hanno poi posto la questione della sede della formazione: il documento del Tavolo Tecnico conferma e condivide la scelta che la sede dell’alta formazione sia quella
Universitaria, diversa questione è la necessità che al fine di implementare le competenze dei Professionisti, che non rientrino in quelle proprie dei Professionisti Specialisti, che
prevedano la conoscenza e l’addestramento a tecniche nuove derivanti da scelte programmatorie ed organizzative aziendali e che coinvolgano l’intera linea di produzione di salute ospedaliera e
distrettuale, possa esser prevista una formazione in competenze ed attività avanzate svolta dai Servizi Sanitari Regionali sulla base di programmi concordati a livello regionale.
Si tratterebbe di una formazione complementare e non specialistica, questa propria del livello Universitario, che potrebbe vedere un auspicabile riconoscimento di crediti formativi per chi voglia
conseguire un Master Specialistico nella medesima area nella quale abbia visto implementate le proprie competenze.
Da parte dei Sindacati del comparto è stata posta la questione di come riuscire ad estendere in tutte le Regioni i nuovi modelli organizzativi che non siano circoscritti ai cosiddetti
Servizi Sanitari Regionali virtuosi; è evidente che lo stesso provvedimento sull’implementazione delle competenze degli Infermieri e delle altre Professioni Sanitarie, per la sua stessa
natura, costituisce un volano per l’estensione delle buone pratiche in Sanità , tuttavia se, sarà necessario, è auspicabile che si possa dar vita ad un’intesa a latere tra le parti con la quale
delineare il percorso e le modalità con le quali possa esser promossa e facilitata l’attuazione estensiva e generalizzata di una più avanzata organizzazione del lavoro sanitario e sociosanitario.
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=9494
RIFORMA DELLE PROFESSIONI: VIA LIBERA DEL GOVERNO
15 giugno 2012
Nuove norme sull’accesso alla Professione, sull’obbligo di assicurazione, sulla libera concorrenza e la pubblicità, sugli Albi territoriali e Albi unici nazionali.
Il Consiglio dei Ministri di stamani ha infatti dato il via libera, in via preliminare, allo schema di Decreto del Presidente della Repubblica contenente le nuove disposizioni in materia di
Professioni regolamentate, come previsto dall’articolo 3, comma 5, del Decreto Legge n. 138 del 2011.
Il DPR riguarda tutte le Professioni Ordinistiche, non tutti gli articoli del Decreto riguardano però la sanità. Vista la specificità della materia, la sanità resta
infatti esclusa dalle nuove regole riguardante la formazione continua, i tirocini professionalizzanti e l’istituzione di organi disciplinari, per le quali restano salve le disposizioni già
vigenti.
Ecco, invece, quali sono in sintesi le novità riguardanti anche le professioni della sanità.
Art. 1 Definizione e ambito di applicazione
Per Professione regolamentata si intende l’attività, o l’insieme delle attività, riservate o meno, il cui esercizio è consentito a seguito di iscrizione in ordini,
collegi, albi o registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici, allorché l’iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento di specifiche
professionalità. A tali professioni si applicano le disposizioni del decreto di riforma, salve le deroghe contenute nella legge di delegificazione per le professioni sanitarie sia in tema di
formazione continua permanente che in materia di istituzione di organi disciplinari.
Art. 2 Accesso ed esercizio dell’attività professionale
L’accesso alle Professioni regolamentate è libero e sono vietate le limitazione alla iscrizione agli Albi Professionali se non in forza di previsioni inerenti il
possesso o il riconoscimento dei titoli previsti per l’esercizio della professione. Limitazioni possono essere consentite dalla presenza di condanne penali o disciplinari
irrevocabili.
Il principio della libertà dell’esercizio delle Professione è fondato su autonomia di giudizio intellettuale e tecnico.
Sono vietate anche le limitazioni del numero di persone abilitate ad esercitare la Professione su tutto o parte del territorio dello Stato, tranne nel caso di
deroghe fondate su ragioni di pubblico interesse, quale la tutela della salute.
Limitazioni spaziali strettamente funzionali all’esercizio della Professione sono previste per le attività professionali svolte alle dipendenze di enti o altri
professionisti.
Vietate, invece, limitazioni discriminatorie all’accesso e all’esercizio della Professione, fondate sulla nazionalità del professionista o sulla sede legale della
società.
Art. 3 Albo unico nazionale
Gli Albi territoriali relativi alle singole professioni regolamentate, tenuti dai rispettivi consigli dell’ordine o del collegio territoriale, sono pubblici e recano
l’anagrafe di tutti iscritti, con l’annotazione dei provvedimenti disciplinari adottati nei loro confronti.
L’insieme degli Albi territoriali costituisce l’albo unico nazionale degli iscritti, che è tenuto dal consiglio nazionale di ciascun ordine o collegio. I dati degli
albi territoriali devono essere trasmessi telematicamente all’albo unico nazionale.
Art. 4 Libera concorrenza e pubblicità informativa
È incentivata la concorrenza e la pubblicità informativa dell’attività professionale. Nel concetto di pubblicità informativa deve comprendersi, logicamente, la
pubblicità comparativa in termini assoluti e non quella comparativa in senso stretto, tradotta con raffronti relativi ad altri specifici Professionisti. Tale pubblicità è ammessa con ogni mezzo e
può concernere anche le specializzazioni ed i titoli posseduti dal Professionista, l’organizzazione dello studio professionale, nel senso della sua composizione, nonché i compensi richiesti per
le prestazioni.
Le informazioni rese mediante pubblicità devono essere strettamente funzionali all’oggetto, in tal modo assorbendosi ogni necessità di riferimenti ambigui alla
dignità e al decoro professionale, devono rispettare criteri di veridicità e correttezza e non possono essere equivoche, ingannevoli o denigratorie, né, logicamente, devono violare l’obbligo del
segreto professionale. La pubblicità scorretta ed ingannevole integra per il professionista che l’ha adottata illecito disciplinare.
Art. 5 Obbligo di assicurazione
Oggetto dell’assicurazione è anche il danno connesso alla custodia di documenti o valori ricevuti dal cliente. L’obbligo assicurativo è affiancato da un obbligo
informativo del cliente circa gli estremi della polizza, il massimale e le variazioni eventuali delle condizioni.
Art. 8 Incompatibilità
L’attività professionale è incompatibile solo con altre attività che possano pregiudicare l’autonomia e indipendenza di giudizio. La norma quindi esprime una regola
generale di libera esplicazione di altre attività, anche professionali. Resta naturalmente ferma la disciplina delle incompatibilità con il lavoro pubblico dipendente, regolata dal relativo
ordinamento.
MAIL MASTRILLO N°3 DEL 31 MARZO 2012
Importanti dichiarazioni del Ministro della Salute, Renato Balduzzi, a favore della istituzione degli Ordini per le Professioni Sanitarie: la prima il 15 marzo a Roma al convegno dei Tecnici di Laboratorio ANTEL:
«Il Governo condivide la necessità di affrontare la questione di omologare le 17 Professioni Sanitarie prive di Albo alle altre Professioni; tale questione
interessa 180.000 Professionisti rispetto a circa un milione che invece sono iscritti ad Ordini e Collegi».
Nel ricordare di aver personalmente contribuito ad avviare l’iter con la Legge 42/99 quando era Capo Ufficio Legislativo del Ministero della Sanità ha
concluso:
«Ritengo utile per i cittadini e per i Professionisti interessati l’approvazione definitiva di una norma che, mentre istituisce Albi e Ordini per le Professioni
Sanitarie che ne sono sprovviste, riformi l’intero impianto anche per le altre Professioni Sanitarie già regolamentate».
La seconda dichiarazione dopo una settimana, il 22 marzo a Bologna al Congresso nazionale Infermieri IPASVI dove il Ministro Balduzzi ha esplicitamente e fermamente
ribadito:
«Non si può più rinviare la riforma per trasformare i Collegi in Ordini: si tratta di adeguare la forma alla sostanza, né più né meno».
Fra questi due interventi si è inoltre inserita la nota del 19 marzo da parte del Ministro della Giustizia Paola Severino che, in risposta alla richiesta del
CONAPS:
«Auspica che tali Professionalità siano contemplate nel processo di riforma degli Ordini Professionali e segnala che le Professioni Sanitarie non rientrano nella
competenza del Ministero della Giustizia ma sono vigilate dal Ministero della Salute al quale pertanto potranno essere rivolte tutte le istanze e le proposte di riforma inerenti tali Ordinamenti
Professionali».
PROFESSIONI TECNICO SANITARIE: AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI RICONOSCIMENTO DELL'EQUIVALENZA DEI TITOLI DEL PREGRESSO ORDINAMENTO AI DIPLOMI UNIVERSITARI DELL'AREA SANITARIA
ORDINI PROFESSIONALI
Una tempistica certa ed ultimativa è stata appena posta dal nuovo Governo con la manovra presentata domenica 5 dicembre 2011. Di conseguenza, se entro il 13 agosto 2012 non saranno varate le norme per la riforma degli Ordini, questi verranno in ogni caso soppressi. Ora, è proprio in questa direzione che le 17 Professioni Sanitarie prive di regolamentazione ordinistica che dovranno necessariamente orientarsi per non rimanere definitivamente escluse, sia come Ordine che come Collegio professionale.
Ordini Professionali: la riforma è d`obbligo entro agosto 2012. Sennò scatta l'abolizione. Ci vuole il pugno di ferro dí un Governo tecnico per sferrare l'attacco
finale alle roccaforti degli Ordini Professionali. E così, nel Decreto che accompagnerà la manovra correttiva che Mario Monti si appresta a varare, ci dovrebbe essere anche una norma sugli
Ordini, il cui senso è chiaro e netto: o vi riformate «radicalmente» entro l'agosto prossimo, oppure sarete aboliti. Punto e basta.
Perché proprio agosto? Perché l'ultima manovra, quella di metà estate, fissava a sua volta questa scadenza (12 mesi da allora) anche se non introduceva la tagliola
che ora Monti vorrebbe istituire. Teoricamente gli Ordini sono disposti ad auto-riformarsi ma intendono la cosa come un make up alla moda per non sembrare più delle corporazioni fasciste. Ma
tutto lì. L'unico che provò a introdurre delle vere liberalizzazioni in Italia fu Pierluigi Bersani, Ministro dell'Industria del governo Prodi, con le famose «lenzuolate» del 2006, ma la sua
esperienza durò poco, perché nel 2008 l'esecutivo cambiò e con esso la musica. Anche se, va detto, il Liberale Berlusconi provò, per ben due volte, a smuovere questa palude
corporativa.
La scadenza era già nella manovra estiva Ma ora il passo diventa perentorio. La prima volta fu nel giugno di quest'anno, con la terza delle manovre di cui questo
2011 ci ha beneficiato. Si volevano introdurre, allora, delle norme che consentissero ai giovani un più agevole accesso alle Professioni.
Però il testo di Legge prevedeva due importanti clausole che di fatto mettevano a riparo le corporazioni professionali: la prima era che «l'apertura» non si
applicava agli Ordini di più antica tradizione (farmacisti, notai, ingegneri, avvocati, architetti e anche - chissà perché in questo elenco - gli autotrasportatori) e la seconda - subdola - era
che la Presidenza del Consiglio aveva facoltà di concedere delle «deroghe», parola magica per dire che poi la cosa si sarebbe rivista di volta in volta, con buona pace di tutti.
La cosa poteva essere considerata seria? Evidentemente no. E allora, nella successiva manovra, quella di Ferragosto, si tornò sulla materia, imponendo le società di
Professionisti e abrogando le tariffe minime. Gli Avvocati, che già in giugno avevano mugugnato, si fecero sentire, prima con una protesta, poi con una lettera inviata a tutti gli
Avvocati-Parlamentari perché non votassero la norma, bollata come «incostituzionale». Infine - e siamo al 13 agosto - 22 Parlamentari-Avvocati del PDL scrissero al Presidente del Senato,
l`Avvocato Renato Schifani, perché le norme ventilate da Tremonti venissero ritirate. E così fu. Restò però una raccomandazione:
«Entro 12 mesi da oggi dovete riformarvi».
Mario Monti a questa norma fa riferimento, con una aggiunta:
«O vi riformate o sparite». Peraltro il Presidente del Consiglio, già quando era Commissario Europeo alla concorrenza nel 2003, aveva detto chiaramente come la
pensasse a proposito di Professioni: «Non credo - disse - che gli Ordini dovrebbero essere coinvolti nella sfera economica dei Professionisti, dettando regole sul comportamento nel mercato dei
loro iscritti, come per esempio fissando le tariffe o vietando la pubblicità».
Secondo uno studio della Banca d'Italia, la liberalizzazione delle professioni porterebbe un incremento del PIL dello 0,8%. Tutte le liberalizzazioni (comprese
quelle dei servizi) lo farebbero lievitare dell`1,5%. In cifra assoluta, 18 miliardi. È il giro d`affari complessivo che ogni anno genera il mercato dei servizi Professionali nel nostro
Paese.
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73537513
PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI RELATIVO ALL’APPLICAZIONE DELL’ART. 4 COMMA 2 DELLA LEGGE 42/99
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 agosto il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 26 luglio 2011 recante per oggetto:
"Criteri e modalità per il riconoscimento dell’equivalenza ai Diplomi Universitari dell’area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento, in attuazione dell’art. 4, comma 2 della Legge 26
febbraio 1999 n. 42". Tale Decreto prevede la possibilità, per gli aventi diritto, di farsi rilasciare un documento ufficiale attestante l'equivalenza del titolo pregresso al Diploma
Universitario.